La vita nel mare di Allerona: I Crostacei decapodi di Bargiano

Il granchio, conosciuto col nome di brachiuro, appartiene all’ordine dei Crostacei decapodi acquatici ed è diffuso nelle acque marine di tutto il mondo.

È dotato di una dura corazza (esoscheletro) che ricopre tutto il corpo: quest’ultimo è diviso in due zone, il cefalotorace e l’addome.

Il primo comprende il capo e il torace, ed è coperto da una sorta di guscio detto carapace da cui si originano 4 paia di arti più le chele che usa per cibarsi, difendersi e per scavare. Il granchio, vista la posizione delle zampe, si esibisce in una camminata laterale molto particolare. Si nutre di resti vegetali, alghe e carcasse in decomposizione.

Durante il recupero del 2016 dello scheletro di cetaceo a Bargiano (Allerona) è stata rinvenuta una ricca associazione faunistica ad invertebrati, rappresentata in gran parte da molluschi (bivalvi e gasteropodi) e da artropodi (crostacei decapodi).

I crostacei decapodi sono rappresentati esclusivamente dai gruppi dei brachiuri (granchi) e anomuri (talassinidi). Questo studio preliminare riguarda solo i crostacei brachiuri non solo per l’importanza tassonomica, ma anche per la loro valenza paleoecologica.

Sono stati recuperati 20 esemplari completi ed in connessione anatomica, fossilizzati in posizione di vita. Tale fatto ci indica che vivessero stabilmente nell’ambiente di rinvenimento e che non ci fossero sul fondale marino correnti che avrebbero potuto disarticolare o trasportare gli esemplari dopo la loro morte.

Le ricerche, svolte in collaborazione con il collega A. Garassino (Museo di Storia Naturale di Milano) e G. Pasini, hanno permesso di individuare due morfotipi.

 

 MORFOTIPO 1  -

Albaidaplax ispalensis

 

 MORFOTIPO 2  -

Chlinocephalus demissifrons

Una nuova specie, Asthenognatus alleronensis , è stata identificata ed il suo rinvenimento è stato il primo per il Pleistocene dell’area mediterranea. Si tratta di un piccolo decapode appartenente alla famiglia dei Varunidae.

Il suo rappresentante attuale Asthenognatus atlanticus vive in fondali fangosi e sabbiosi fra i 10 e i 70 metri di profondità nell’Atlantico orientale e nel Mar Mediterraneo occidentale.

 

Asthenognatus alleronensis